Lo scorso 12 gennaio presso  la Sala Cremonesi del Centro Culturale S. Agostino di Crema (CR) si è tenuta la conferenza conclusiva del progetto europeo GO ConservA volto alla realizzazione di un impianto innovativo per la rimozione Conservativa dell’Azoto da effluenti zootecnici e digestato. In seguito all’aggiudicazione di un bando regionale le officine meccaniche di ACQUAFERT insieme all’Università degli Studi di Milano hanno realizzato le macchine prototipo dedicate.

L’evento ha avuto una discreta partecipazione di addetti ai lavori e ha ospitato, tra gli altri il Consigliere di Regione Lombardia Giovanni Malanchini e il DGA di Regione Lombardia Andrea Massari che hanno aperto i lavori soffermandosi sull’importanza della riduzione dell’azoto per questo settore.

Successivamente, il Prof. Giorgio Provolo del dipartimento DISAA dell’Università degli Studi di Milano ha presentato il progetto nei dettagli e, insieme ad Alberto Finzi, ha illustrato il funzionamento dell’impianto pilota realizzato in un allevamento lombardo. La Dott.sa Silvia Motta, DGA di Regione Lombardia, ha fatto un approfondimento sull’evoluzione della normativa sulla gestione degli effluenti di allevamento e la giornata si è conclusa con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di ACQUAFERT Agri nella persona di Andrea Guidetti e di tutti i rappresentanti delle imprese coinvolte nel progetto.

L’iniziativa, realizzata nell’ambito del Gruppo Operativo ConservA cofinanziato dal FEASR per il Programma di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 della Regione Lombardia, ha avuto come capofila l’Università degli Studi di Milano- D1-SAA insieme a Soc. Agr. Vertua s.s., Se-ralba s.r.l. Soc. Agr., Soc. Agr. Il Montizzolo di Merigo Donatello, Sassi Ivan e Maurizio Enzo Soc. Agr. S.S e Associazione Regionale Allevatori Lombardia.

Evento conclusivo progetto Conserva
Prototipo Conserva

Rimozione dell’azoto dagli effluenti

Nel tentativo di rivoluzionare il modo in cui l’azoto viene rimosso dagli effluenti di allevamento, il progetto ha applicato una tecnologia innovativa all’interno di un impianto pilota che in futuro potrà essere replicato in tutti gli allevamenti zootecnici.

Il processo messo a punto dall’Università degli Studi di Milano sotto la guida del Prof. Giorgio Provolo, prevede la raccolta dell’ammoniaca rilasciata dal liquame o dal digestato tramite un flusso d’aria, prima che venga ulteriormente trattata con acido solforico, ottenendo così il solfato di ammonio, un fertilizzante minerale facilmente trasferibile che immobilizza in modo sicuro e definitivo tutte le particelle potenzialmente dannose per l’ambiente presenti nell’aria.

Per massimizzare l’efficacia di questo metodo, la miscelazione deve essere continua, mantenendo temperature attorno ai 40°C per favorire un ulteriore rilascio. In condizioni ottimali può essere rimosso dal liquame suino fino all’80% dell’azoto ammoniacale entro 7 giorni, tempistica che potrebbe raddoppiare a temperatura ambiente.

Il prototipo per l’abbattimento dell’azoto sviluppato da ACQUAFERT

In collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, le officine meccaniche ACQUAFERT hanno realizzato quattro serbatoi da 225 cm di diametro che vengono riempite per metà di liquame per un volume di scambio d’aria ottimale nella zona superiore. Pompe centrifughe miscelano uniformemente la soluzione. Gli effluenti freschi sono convogliati all’interno con un sistema simile ad un piatto deviatore che aumenta notevolmente l’esposizione dei reflui all’ossigeno. Questa armonia tra gli elementi circolanti assicura la massima efficienza e la permanenza di tutti i componenti.

Grazie ad una serpentina, ogni serbatoio viene portato ad una temperatura interna costante di 50° C.

Sonde di pH, temperatura, livello del liquame e valvole di sicurezza per sovrappressioni (guardie idrauliche) completano l’impianto.

Risultati promettenti per una zootecnia sostenibile

Questa tecnologia innovativa offre una soluzione rivoluzionaria al problema dell’azoto in eccesso nei liquami e nel digestato. Trasformandolo in solfato di ammonio, questo processo rimuove efficacemente gli inquinanti dall’ambiente, con il minimo sforzo e limitata manutenzione. Inoltre, i nutrienti essenziali possono essere mantenuti all’interno delle comunità agricole locali per l’utilizzo sulle colture, pur mantenendo sotto controllo le quantità eccessive – creando un equilibrio ideale tra sostenibilità e praticità.

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